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Comprensione di lettura_ La sindrome da rientro
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Esempio: La sindrome da rientro di solito ha una durata breve. V
La sindrome da rientro

La sindrome da rientro è una risposta psico-fisica al ritorno ad una quotidianità diversa dai ritmi tranquilli e rilassati della vacanza. Nervosismo, tristezza e stanchezza sono alcuni dei sintomi più diffusi. In genere durano qualche giorno. Nonostante si tratti di un malessere passeggero, gli psicologi consigliano di affrontarlo con consapevolezza.
Succede ogni estate: finite le vacanze, il ritorno alla routine fa affiorare un senso di tristezza, ansia e insoddisfazione. È normale, rassicurano gli esperti e anche piuttosto comune: un italiano su tre soffre di sindrome da rientro, specie nella fascia di età tra i 25 e i 45 anni.
Gli psicologi concordano sul fatto che si tratti di un malessere passeggero, una sindrome da adattamento superabile in pochi giorni, il tempo necessario per risintonizzarsi sui ritmi del tempo feriale. Ma c’è anche un aspetto positivo che spesso resta in secondo piano: con lo stress post-vacanza, corpo e mente “alzano la voce” e richiamano la nostra attenzione verso una probabile discrepanza di fondo tra desideri e realtà quotidiana. Perché non ascoltare questi segnali e sfruttare il momento per muovere i primi passi verso una condizione di vita più appagante?
Lo dice la parola stessa: rientro non è un ritorno come un altro, è un ritorno in un luogo chiuso. Usata in senso figurato, parla di rientri alla normalità, al lavoro, a scuola e di una separazione tra un fuori – spensierato, rilassante, pieno di stimoli – e un dentro che percepiamo sempre uguale a se stesso.
Né basterà disfare in fretta la valigia – lontano dagli occhi, lontano dal cuore – per alleviare i sintomi tipici. Ansia, difficoltà di concentrazione, disturbi della digestione, mal di testa, malinconia e/o tristezza, insonnia, irritabilità, sbalzi d’umore, sensazione di affaticamento generalmente regrediscono spontaneamente nel giro di poco tempo, indipendentemente dalla durata e dall’intensità della vacanza appena trascorsa.
La tentazione di bypassare la fase di down del ritorno è forte. Una scorciatoia diffusa è quella di prenotare il prossimo viaggio, ma molti psicologi lo ritengono un anestetico a breve termine per i sintomi sopracitati, che rimanda il problema senza risolverlo.
Più salutare sarebbe rompere il loop dell’evasione e prendersi cura dei propri bisogni, spiega la dottoressa Milanese: “Di sicuro c’è un forte nesso tra stress da rientro, fuga dalla realtà e insoddisfazione personale. Chi ha una vita personale e professionale gratificante ha minori difficoltà a ritornare alla quotidianità post vacanze; anzi, in alcuni casi, la fine delle vacanze estive segna per queste persone l’inizio di un nuovo anno di progettualità stimolanti. Chi è invece insoddisfatto è più a rischio di vivere la sindrome da rientro, perché, per quanto possa scappare, al rientro a casa troverà sempre quello che ha lasciato”.
Testo adattato da: https://www.lifegate.it/post-vacation-bluesBewertungsmethode: Bester Versuch